Non sono i grassi i principali killer per il cuore ma i glucidi, cioè i carboidrati.
Uno studio presentato a Barcellona nel corso del congresso europeo di cardiologia mette in discussione quanto indicato fino ora in tutte le linee guida di prevenzione della salute cardiaca e da decine di studi e documenti scientifici.
Lo studio PURE (Prospective Urban Rural Epidemiology), stato condotto dall’Università di Hamilton, in Ontario ed i risultati sono stati presentati il 29 Agosto 2017 e pubblicati su Lancet.
La riduzione dei grassi, secondo Mahshid Dehghan, ricercatrice del Population Health Research Institute della McMaster University, ”non migliorerebbe la salute delle persone”. I vantaggi arriverebbero invece riducendo i glucidi, cioè in sostanza i carboidrati sotto il 60 per cento dell’energia totale, ”e aumentando l’assunzione di grassi totali fino al 35 per cento”.
I risultati delle analisi su oltre 135.000 individui provenienti da 18 paesi a basso, medio e alto reddito, nello studio prospettico epidemiologico dimostrano che e’ l’elevata assunzione di carboidrati a determinare un maggior rischio di mortalita’ cardiovascolare.
L’assunzione di grassi, secondo i risultati presentati, è invece, a sorpresa, associata a minori rischi.
Gli individui nella fascia alta del consumo di grassi mostravano una riduzione del 23% del rischio di mortalità totale, ma anche una riduzione del 18% del rischio di ictus e del 30 % del rischio di mortalità per cause non cardiovascolari.
Ciascun tipo di grasso era associato alla riduzione del rischio di mortalità: meno 14 per cento per i grassi saturi, meno 19 per cento per i grassi monoinsaturi, meno 29 per cento per quelli polinsaturi.
Una maggiore assunzione di grassi saturi e’ stata anzi associata a una riduzione del 21 per cento del rischio di ictus.
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Fonte: www.ansa.it