Klamath: una nuova speranza contro l’Alzheimer

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Rapporto sul trattamento del Morbo di Alzheimer con la Klamath (Aphanizomenon Flos-Aquae) a cura del Dr. Gabriel Cousens

Rapporto a cura del Dr. Cousens, psichiatra ortomolecolare che lavora a Petaluma, California

Attualmente è convinzione comune che non ci sia alcuna possibilità di curare o di migliorare le condizioni di chi è affetto da una forma degenerativa conosciuta come morbo di Alzheimer”.

Avendo personalmente verificato nei miei pazienti le qualità di potenziamento delle funzioni cerebrali della Klamath, un’alga verde-azzurra proveniente dal lago Upper Klamath, mi sono interessato ad alcuni rapporti relativi ai suoi effetti sul morbo di Alzheimer.

Questa alga è particolarmente ricca in neurotrasmettitori attivi e sembra avere risultati terapeutici positivi in persone il cui generale funzionamento mentale appare rallentato.

Per i miei esperimenti, ho scelto due individui colpiti da un ben documentato morbo di Alzheimer, che avevano un funzionamento mentale evidentemente deficitario.

Ogni mese, oltre alle mie note, il coniuge di ciascuno dei due pazienti ha riempito un questionario relativo ai loro processi mentali, memoria, capacità di concentrazione, giudizio, percezione, emozioni, capacità di prendersi cura di sé e sonno.

Ciascuna sezione aveva varie categorie, per un totale di 28 domande, con valutazioni a base di un punteggio da 1 a 10. Ciascun caso è stato seguito per 12 mesi.

1° Paziente

Il primo paziente è una donna di 66 anni malata di Alzheimer da oltre 7 anni, gli ultimi 5 dei quali furono pienamente diagnosticati nel 1978 presso lo Stanford Medical Center. La donna era stata anche sottoposta ad assunzione orale di colina e ad una terapia di chelazione I.V., in entrambi i casi senza sortire effetto alcuno sullo stato di deterioramento.

Nell’esame iniziale, la donna ha dimostrato una significativa condizione di afasia: sembrava incapace di esprimere i suoi pensieri a parole; la sua memoria a breve e a lungo termine era notevolmente diminuita; aveva grandi difficoltà a concentrarsi sulla situazione presente. Essenzialmente, la paziente appariva assente.

Essa aveva anche un tremore simile a quello del morbo di Parkinson, incontrava enormi difficoltà a camminare in linea retta e pendeva a destra. Secondo suo marito, era completamente incapace di prendersi cura di sé, o anche solo di vestirsi. Il marito appariva disperatamente pessimistico.

Dopo un mese di assunzione di alga Klamath si potevano constatare chiaramente segni di diminuzione dell’afasia. Nei suoi occhi sembrava essere ritornato un barlume di coscienza. Anche il tremore delle mani era diminuito.

Era anche nuovamente capace di mettersi adosso un grembiule, cosa che non aveva fatto per mesi. Sembrava anche più capace di esprimere i propri sentimenti.

Dopo due mesi, la sua capacità di comunicazione era migliorata, ed era nuovamente capace di guardare la TV e capire cosa stava succedendo.

Dopo 6 mesi, il marito ed io concordammo, in base alle nostre soggettive esperienze, sul fatto che il suo spirito, umore e consapevolezza erano notevolmente migliorati. Lei era finalmente in grado di lavorare intellettualmente sull’ambiente circostante. La sua memoria a breve temine era migliore.

L’afasia era progressivamente migliorata nel corso dei sei mesi, anche se il progresso sembrava essersi stabilizzato nell’ultimo mese. La sua capacità di attenzione era cresciuta sensibilmente ed era ora in grado di passare diverse ore ad ascoltare musica. Il suo giudizio, ragionamento, e chiarezza mentale erano notevolmente migliorati.

Non c’era stato alcun cambiamento riguardo alla sua memoria a lungo termine. A livello fisico, la paziente era passata da una totale incapacità di vestirsi ad essere in grado di farlo da sola, anche se a volte in maniera sbagliata. Era finalmente capace di camminare in linea retta e di mantenere una postura quasi completamente eretta.

Dopo 12 mesi, si potevano notare ulteriori leggeri miglioramenti nelle varie aree menzionate. A questo punto, dopo miglioramenti relativamente rapidi nei primi sei mesi, la paziente sembrava essere entrata in una situazione di ulteriori miglioramenti molto più graduali.

2° Paziente

Il secondo caso riguarda un avvocato di 64 anni del Midwest, al quale fu diagnosticato il morbo di Alzheimer dopo una serie di test neurologici e psicologici. Prima di farsi visitare, il suo funzionamento mentale e la sua memoria erano già notevolmente diminuiti. Non poteva più svolgere il suo lavoro, o ricordare cosa era successo 15 minuti prima, e il suo Q.I. (quoziente intellettivo) era ridotto a 92, notevolmente al di sotto di quello medio degli avvocati.

Fu sottoposto allo stesso trattamento a base di alga Klamath nel primo caso. Dopo un mese, la moglie aveva già notato un’arresto del processo degenerativo e dopo 12 mesi non si era verificata alcuna ulteriore degenerazione, anche se non vi era stato alcun recupero delle funzioni già compromesse.

La moglie del paziente è molto contenta dei risultati ottenuti con la Klamath e ritiene che il trattamento abbia preservato le basi per una solida relazione coniugale.

Sono stati qui riportati due casi pienamente documentati. In uno vi è stato un notevole recupero di funzionalità, nell’altro un arresto della progressiva degenerazione dovuta al morbo di Alzheimer. Questi risultati preliminari suggeriscono che tale forma degenerativa potrebbe in effetti essere arrestata tramite l’uso delle alghe AphanizomenonFlos-Aquae.

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Fonte: https://www.erboristeriarcobaleno.it/pdf/alga_klamath/alzheimer.pdf

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